Una serie di consigli utili per salvaguardare la vista.
Quando fare la prima visita
Alcuni consigli utili per i più piccoli. La prima visita oculistica generalmente si esegue a 3 anni di età. Esistono però casi in cui è opportuno anticiparla. Per esempio quando vi è una famigliarità per determinate patologie oculari tipicamente infantili come la cataratta congenita e il retinoblastoma; oppure quando in famiglia vi siano stati casi di strabismo infantile e ambliopia o cosiddetto “occhio pigro“.
Anche quando un bambino manifesta segni evidenti di deviazione di uno o entrambi gli occhi, o lacrimazione insistente e secrezione occorre anticipare la visita oculistica prima dei 3 anni. Infine un comportamento che deve insospettire i genitori e spingerli a far visitare il proprio bambino con una certa rapidità è quando quest’ultimo inciampa e cade frequentemente, poiché potrebbe succedere a causa di un deficit visivo.
Alla nascita ogni bambino viene sottoposto alla profilassi antibiotica per prevenire possibili congiuntiviti da passaggio nel canale del parto, e già alla nascita è possibile effettuare una prima valutazione mediante la ricerca del riflesso rosso del fondo oculare che deve essere presente. Generalmente nella prima visita a 3 anni è possibile fare una valutazione completa dell’apparato visivo, della motilità oculare e del senso cromatico, naturalmente con l’utilizzo di ottotipi per bambini e con un po’ di collaborazione. E’ inoltre valutabile lo sviluppo e la apertura del dotto naso lacrimale, che avviene spontaneamente nel corso del primo anno di vita circa nel 96% dei casi, e che finché non è completata comporta un quadro di congiuntivite cronica spesso purulenta.
Il secondo controllo oculistico invece coincide con l’ingresso alla scuola elementare cioè ai 6 anni di età .
Occhio e utilizzo del videoterminale
Alcuni consigli utili per chi sta davanti ai Monitor. L’ utilizzo di schermi, in particolare per tempi prolungati, comporta una serie di disturbi da affaticamento visivo dovuti alla sollecitazione prolungata dei muscoli deputati alla messa a fuoco. Il paziente può lamentare una ampia serie di sintomi che vanno da un senso di pesantezza ai bulbi oculari fino al dolore vero e proprio a cui può associarsi una cefalea tipicamente frontale e una rigidità dolorosa al collo e alle spalle.
Inoltre la visione può essere sfuocata e doppia, con abbagliamento e fotofobia. Compaiono poi lacrimazione, arrossamenti e aumento dell’ammiccamento. Generalmente tutti questi segni e sintomi sono transitori e scompaiono con il riposo. Al fine di limitarne l’insorgenza bisognerebbe rispettare alcune raccomandazioni.
Prima di tutto utilizzare lenti correttive qualora vi sia un difetto visivo. Poi illuminare correttamente l’ambiente di lavoro con luce possibilmente naturale che non sia troppo intensa e che soprattutto sia fuori dal campo visivo. Può essere utile disporre lampade da tavolo in grado di illuminare il piano di lavoro ma non il monitor. Tenere pulito lo schermo del computer si rivela molto utile sia per non ostacolare la visione sia per asportare la polvere che viene attirata sul monitor per effetto della elettricità statica e che può causare irritazione.
E’ sempre meglio scegliere sfondi di colore grigio piuttosto che bianchi poiché riducono l’affaticamento visivo. Occorre poi mantenere una distanza dallo schermo pari alla lunghezza del proprio braccio, posizionando e inclinando lo schermo in modo che non vi si formino riflessi e che si possa avere una maggiore chiusura delle palpebre durante la fissazione dello schermo. Regolare la luminosità del monitor in base alla luminosità dell’ambiente può migliorare la qualità del testo e della grafica.
Sbattere spesso gli occhi permette di stimolare la lacrimazione che in seguito al prolungato lavoro visivo da vicino tende a ridursi. E’ tuttavia è molto utile instillare spesso colliri lubrificanti. Fare pause più o meno brevi aiuta a gestire la sintomatologia sia oculare che muscolare: ogni 20 minuti sarebbe bene fermarsi per 20 secondi, mentre ogni 2 ore la pausa dovrebbe essere pari a 15 minuti, magari alzandosi dalla postazione.
Prevenzione del glaucoma
Poiché il glaucoma, pur essendo una patologia altamente invalidante, ha un esordio silente, è di fondamentale importanza una diagnosi precoce mediante una visita oculistica completa. E’ inoltre molto utile una valutazione dei fattori di rischio.
Quest’ultimi comprendono: la famigliarità, soprattutto se di primo grado; l’età, dopo i 60 anni il rischio di sviluppare la malattia aumenta di sei volte; la razza nera; la miopia elevata; il diabete; l’ipertensione arteriosa; l’uso di cortisonici; i traumi oculari; gli episodi ricorrenti di aumento della pressione oculare anche nel caso di infiammazioni oculari tipo le uveiti.
Anche la misurazione dello spessore corneale centrale mediante la metodica della pachimetria può rivelarsi importante nella diagnosi di glaucoma, poiché tanto più è basso tanto maggiore è la progressione della malattia. L’esercizio fisico non intensivo ma costante può proteggere dalla insorgenza di glaucoma grazie al miglioramento della perfusione del nervo ottico. Anche la protezione dalla azione ossidativa dei raggi ultravioletti mediante un controllo della esposizione alla luce e l’utilizzo di lenti pigmentate protettive può aiutare a limitare i processi degenerativi a carico del nervo ottico. L’apporto di vitamina C, E, A, di zinco, di cromo, di luteina e zeaxantina sia mediante la dieta alimentare che mediante l’assunzione di integratori alimentari può aiutare notevolmente a svolgere un ruolo preventivo sulla malattia glaucomatosa.
Occhio e fumo
Il legame tra fumo e patologie oculari è ormai evidente, tanto che i fumatori hanno una probabilità di diventare ciechi dalle 2 alle 4 volte superiore rispetto ai non fumatori. Le patologie che possono insorgere con maggior frequenza e intensità sono: la cataratta, la degenerazione maculare senile, l’occhio secco, le retinopatie vascolari e degenerative tipo quella diabetica.
Il fumo svolge un effetto vasocostrittore, che provoca un minor afflusso di sangue alle strutture oculari, ma anche un effetto ossidativo. Inoltre nel fumo sono presenti metalli pesanti e sostanze carcinogenetiche che svolgono una azione tossica diretta sui tessuti. Anche i fumatori passivi hanno un aumentato rischio di sviluppare le patologie oculari. I figli di madri che fumavano in gravidanza hanno un maggiore rischio di sviluppare strabismo, retinopatia del prematuro e patologie del nervo ottico. Purtroppo proprio perché molte persone ancora oggi non sono a conoscenza del legame tra fumo e cecità, nella Giornata Mondiale senza tabacco che la Organizzazione Mondiale della Sanità ha istituito il giorno 31 maggio di ogni anno sarà obbligatorio parlarne illustrandone chiaramente i rischi.
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