Patologie delle palpebre delle patologie degli occhi
Patologie delle palpebre trattabili con il metodo Plexr
Le palpebre sono delle membrane fibro – muscolo – cutanee e rappresentano un organo di protezione per il bulbo, ma hanno anche un ruolo estetico.
Blefarocalasi
La blefarocalasi è un rilassamento anomalo della cute della palpebra superiore che risulta priva di tonicità causa la perdita di collagene e di fibre elastiche. E’ un processo fisiologico con l’invecchiamento, tuttavia può manifestarsi in persone relativamente giovani spesso per predisposizione genetica. Questa lassità cutanea provoca la perdita della normale piega palpebrale, pertanto la palpebra appare cadente.
Può provocare inoltre alterazioni visive a causa di una riduzione del campo visivo. Nei casi più gravi per effetto meccanico le ciglia possono essere spostate verso il basso al punto da toccare la superficie oculare provocando quadri dolorosi di erosione congiuntivale e o corneale. Pertanto è improprio definire l’intervento di correzione della blefarocalasi esclusivamente per esigenze estetiche. La blefarocalasi rappresenta la principale indicazione della metodica plexr poiché può essere dosata in più sedute a seconda delle esigenze di ogni singolo paziente e a seconda della risposta soggettiva al trattamento.
Inoltre elimina completamente l’utilizzo di suture e di cicatrici, eliminando il rischio di cicatrici.
Calazio – Orzaiolo
Le blefariti comprendono tutte le manifestazioni infiammatorie che possono interessare le palpebre. Possono essere ad eziologia infettiva, per esempio in caso di infezione da herpes simplex o zoster, o da stafilococco o da parassiti, oppure possono essere quadri correlati a congiuntivite allergica, o a disfunzioni dell’apparato ghiandolare.
A questo ultimo gruppo appartengono il calazio e l’orzaiolo, che sono lesioni entrambe derivanti dalla chiusura degli orifizi ghiandolari delle palpebre, ma mentre il calazio è una lesione lipogranulomatosa, l’orzaiolo è una infezione acuta e focale. La scarsa igiene, la frequentazione di ambienti polverosi, la seborrea e la rosacea, così come le blefariti e le congiuntiviti ricorrenti rappresentano importanti fattori di rischio. Il paziente lamenta prurito, bruciore, senso di corpo estraneo tipicamente più marcati al mattino.
Generalmente non traggono grande giovamento dalla terapia medica, mentre possono risultare utili gli impacchi caldo – umidi e il massaggio. Tuttavia il trattamento di elezione è la incisione con successivo drenaggio e curettage che con il metodo plexr può risultare meno invasivo rispetto il classico approccio chirurgico a fronte di un ottimo risultato.
Il papilloma è una lesione tumorale benigna che si caratterizza per la crescita e l’aspetto antiestetico trattabile esclusivamente con escissione. Rispetto la escissione con forbici, l’utilizzo del plexr permette di evitare il rischio di emorragie e di infezioni.
La cheratosi seborroica è una lesione papillare brunastra a lenta espansione, con una superficie friabile ed untuosa, tipica dell’anziano. Si può trattare solo mediante asportazione, che se effettuata con il plexr permette di evitare un allungamento del processo cicatriziale.
Le verruche sono lesioni dovute alla infezione da parte di uno dei ceppi di HPV o papilloma virus che possono interessare il bordo palpebrale e che rispondono in modo eccellente all’utilizzo del plexr poiché ne blocca la evoluzione e promuove la bonifica della lesione stessa.
I grani di miglio invece rappresentano delle cisti di piccole dimensioni, semisolide piene di cheratina ad esordio improvviso in qualsiasi età, localizzate su ogni area cutanea, in particolare sul viso e sulla zona palpebrale. Possono insorgere in seguito ad una errata pulizia della cute con prodotti aggressivi che provocano una perdita del normale film idrolipidico, oppure dopo l’utilizzo di creme e cosmetici talmente occlusivi da alterare lo sviluppo delle ghiandole sebacee.
Spesso sono associati a cicatrici da acne o ad ustioni ed escoriazioni. Una esposizione eccessiva ai raggi UV sia del sole che delle lampade abbronzanti può favorirne la insorgenza. A volte rappresentano un effetto collaterale dell’uso di corticosteroidi e di radioterapia. Poiché la loro unica terapia consiste nell’ evacuarli previa apertura ,un approccio mediante plexr può rivelarsi ottimale.
Gli xantelasmi rappresentano lesioni papulose o nodulari dovute a depositi di materiale lipidico in sede sottocutanea con localizzazione tipicamente palpebrale. Possono associarsi a quadri di ipercolesterolemia, a diabete, cirrosi epatica, pancreatite.
I Nevi intradermici sono lesioni rilevate e pigmentate spesso localizzate sul margine palpebrale che non hanno potenziale di trasformazione maligna e che possono essere asportate in modo completo e senza compromissione della normale chiusura palpebrale grazie alla tecnica plexr.
Gli angiomi rubino sono tumori benigni di origine vascolare. In pratica sono agglomerati di capillari, di forma sia piatta che rilevata, con dimensioni sempre molto piccole e di colore rosso completamente asintomatici e privi di pericolosità. Insorgono più frequentemente in tarda età. Tuttavia la gravidanza, la esposizione alla luce solare, la assunzione di determinati farmaci, e la concomitanza di patologie epatiche potrebbe favorirne la insorgenza. Si trattano esclusivamente a fini estetici e la scarsità delle dimensioni ne fanno un bersaglio ottimale per il trattamento plexr.
Entropion
E’ una mal posizione del bordo palpebrale che ruota verso l’interno e provoca il continuo sfregamento delle ciglia sulla superficie corneale. Questo causa ulcerazioni ricorrenti e dolorose. E’ tipico della palpebra inferiore, raramente colpisce la palpebra superiore. Può essere congenito, paralitico, meccanico, associato a processi infettivi ( tracoma ) o a patologie sistemiche ( pemfigo ), conseguente ad un trauma o ad una ustione, ma più frequentemente è correlato all’età a causa dell’invecchiamento e della lassità delle strutture tendinee e muscolari. I pazienti con entropion lamentano rossore, dolore, lacrimazione, persistente ed involontaria chiusura delle palpebre. L’unico trattamento è chirurgico. La tecnica plexr si rivela utile in particolare nelle fasi iniziali della patologia. E’ inoltre possibile effettuare più applicazioni a seconda del risultato ottenuto.
Ectropion
E’ sempre una mal posizione del bordo palpebrale che ruota verso l’esterno, provocando la esposizione continua della cornea e della congiuntiva bulbare e palpebrale che risultano irritate e secche. Il paziente mostra una lacrimazione continua per stravaso delle lacrime all’esterno dell’occhio ( epifora ) già nelle prime fasi della malattia. Sono frequenti i processi infettivi con abbondante secrezione. Invece nei quadri evoluti si può assistere alla ulcerazione e perforazione della cornea. L’unico trattamento definitivo è quello chirurgico. Anche in questo caso il metodo plexr può risolvere il problema nelle prime fasi della malattia.
Patologie oculari trattabili con il Plexr
Pterigio
Lo pterigio è una membrana biancastra composta da tessuto fibroso e da vasi sanguigni che origina dalla congiuntiva generalmente nasale e che si estende verso il centro della cornea. Rappresenta una crescita anomala della congiuntiva. La esposizione ai raggi ultravioletti e la secchezza oculare ne favoriscono la formazione. Ecco perché è molto più frequente tra le persone che lavorano all’aperto. Inizialmente non provoca sintomi, ma poiché è una lesione che con il tempo tende a crescere, negli stadi più avanzati causa senso di corpo estraneo, lacrimazione, dolore irritativo. Qualora poi aumenti fino ad invadere una ampia superficie della cornea, può insorgere astigmatismo irregolare con conseguenti alterazioni visive. Il trattamento dello pterigio è unicamente chirurgico, anche se l’uso di colliri lubrificanti allevia la sintomatologia. La metodica plexr rappresenta una alternativa alla metodica chirurgica tradizionale.
Cisti della congiuntiva
Sono delle neoformazioni benigne che assumono un aspetto ed una consistenza diversa a seconda del loro contenuto ( siero , colesterolo, calcio ). La tecnica plexr è in grado di trattarle in maniera definitiva senza particolari rischi di perforazione, sanguinamento ed infezione.
Cataratta
La cataratta rappresenta la opacizzazione del cristallino in seguito ad un effetto di ossidazione, pertanto è più frequente dopo i 60 anni, addirittura si stima che 3 pazienti su 4 dopo i 70 anni presentino cataratta. Tuttavia non è una patologia esclusivamente senile. Infatti possiamo avere cataratte anche di tipo congenito, oppure conseguenti all’assunzione di determinati farmaci, tipo il cortisone, o associate a patologie sistemiche come il diabete o oftalmiche come la uveite, il glaucoma, la miopia degenerativa.
Anche pregressi interventi chirurgici oculari inducono la formazione della cataratta. Infine esiste una cataratta da trauma. Poiché alla base della formazione della cataratta c’è un processo ossidativo fumo, alcool ed esposizione al sole possono essere fattori di rischio. La sintomatologia è legata alla impossibilità di vedere sia perché la luce non passa e quindi non raggiunge la retina sia perché non è possibile attuare il processo di accomodazione in quanto le superfici e la forma del cristallino non riescono a deformarsi per mettere a fuoco. I pazienti con cataratta lamentano una visione offuscata con percezione dei colori sbiadita, spesso poi intorno alle luci vedono aloni, a volte le immagini appaiono sdoppiate.
In particolare la guida notturna risulta molto compromessa per il fenomeno dell’abbagliamento. La diagnosi della cataratta si effettua nel corso di una normale visita oculistica e la terapia è esclusivamente chirurgica, sia mediante la tecnica di facoemulsificazione tradizionale che mediante l’utilizzo del femtolaser.
Cheratocono
Il cheratocono è una patologia degenerativa della cornea che subisce un progressivo assottigliamento associato a deformazione tanto da crearsi nei casi più evoluti un vero e proprio sfiancamento verso l’esterno. Colpisce tipicamente le fibre collagene della zona centrale o paracentrale della cornea che mostrano una minore resistenza meccanica. Esiste una predisposizione genetico – famigliare, nel 15% dei casi più membri della stessa famiglia presentano la malattia.
Le prime manifestazioni insorgono nella adolescenza, generalmente interessano entrambi gli occhi anche se non in modo contemporaneo. Dopo i 40 anni la progressione della malattia rallenta. Il sintomo principale è una visione offuscata per la insorgenza di un astigmatismo di tipo irregolare, che con il tempo tende ad aumentare. Inizialmente può essere corretto con gli occhiali, poi risultano indispensabili le lenti a contatto che nel caso del cheratocono svolgono sia una funzione refrattiva che contenitiva meccanica sulla protrusione corneale.
La patologia è asintomatica, pur associandosi spesso a quadri di congiuntivite. L’evoluzione dei casi più gravi comporta la perforazione della cornea che esordisce con dolore acuto e forte compromissione visiva. In questi casi occorre intervenire chirurgicamente mediante un trapianto di cornea. La diagnosi di cheratocono si effettua mediante la oftalmoscopia, ma è grazie alla topografia corneale che è possibile fare una valutazione più appropriata, soprattutto perché permette di stadiare la malattia. Mediante la stadiazione è possibile intervenire con la tecnica del cross-linking su alcune forme di cheratocono evolutive al fine di evitarne la perforazione. Questa metodica rafforza le fibre collagene della parete tissutale grazie alla somministrazione di un collirio a base di vitamina B2, che viene trattata con raggi ultravioletti.
Uveiti
Sono patologie infiammatorie che possono interessare una o tutte le tre tuniche che compongono la uvea, iride, corpo ciliare e coroide. Possono insorgere per innumerevoli cause, traumi, infezioni, malattie sistemiche in particolare autoimmuni, tipo la artrite reumatoide, tuttavia nella maggior parte dei casi è impossibile definire una eziologia e si parla allora di quadri idiopatici.